La risposta alla crisi dei viaggi post coronavirus: il turismo di prossimità

Il coronavirus ha profondamente danneggiato il settore dei viaggi. Si parla del 90% di perdite e la chiusura di numerose agenzie e tour operator. Una risposta per risollevare le sorti di questo settore è quello di puntare al turismo di prossimità

La crisi del turismo e l’indotto

Se le vacanze estive, in qualche modo, si sono salvate grazie all’esodo di massa degli italiani verso le destinazioni di mare e montagna nostrane, la stagione in arrivo è molto incerta per il settore del turismo. Con i contagi in aumento sia in Italia che nel resto del mondo, programmare un viaggio lontano per i prossimi mesi non è affatto semplice. Se fosse stato un anno normale, a quest’ora le prenotazioni per Natale e Capodanno o per vacanze in luoghi esotici sarebbero già entrate nel vivo ma il coronavirus ha reso tutto più complicato e chi deve partire non sa come muoversi e spesso rinuncia.

Solo nel settore turistico, le perdite si avvicinano al 90% mentre le chiusure al 75%. Ad intervenire in merito è stata la Fiavet. Gabriella Aires referente per il Piemonte, ha spiegato che: 

 

“Il vero problema è la confusione a livello mondiale. Tra quarantene, tamponi, cancellazioni di voli, nessuno sa se e come muoversi. Molti nostri associati sono chiusi in questo momento. Se ci fosse qualcuno disposto a partire per una destinazione lontana, le agenzie e i tour operator si ritroverebbero comunque con tutti i rischi e le difficoltà, non solo economici, di occuparsi di riprotezioni, assistenza sul posto, quarantene e tamponi“.

Puntare al turismo di prossimità

Tra voli cancellati, chiusure, quarantene e disposizioni in continuo aggiornamento, prenotare un viaggio sta diventando sempre più difficile con tutte le conseguenze negative per l’indotto, a partire da ristoranti, musei, autonoleggi, hotel e visite guidate.

Ecco perché, secondo la Fiavet, una soluzione potrebbe arrivare dal turismo di prossimità.

 

In questo momento pensare a viaggi lontani non è semplice, ma le agenzie potrebbero puntare all’Italia e reinventare il settore, studiando soluzioni nuove e in sicurezza come accaduto per le crociere. L’unico modo per arrivare alla salvezza, insomma, è quello di gestire e seguire nuovi modi di viaggiare e puntare a nuovi filoni.