L’incertezza è una dimensione umana

L’incertezza è una dimensione umana e allo stesso tempo, come direbbe Lyotard, ha rappresentato una delle più grandi narrazioni a partire dall’alba dei tempi.

Le prime spiegazioni sorte sotto forma di narrazione mitologica dalle prime civiltà, tentavano di comprendere, con le nozioni e le conoscenze di allora, i fenomeni inspiegabili e non intelligibili affidandone la responsabilità a entità celesti e divine di carattere animistico e immanente le quali talvolta hanno il potere di influenzare direttamente la vita umana in diversi modi in base alle credenze e i culti di riferimento.

Con l’evolversi del pensiero umano e con la scomparsa delle prime grandi culture, ci ritroviamo tra il primo e il secondo secolo d.C. e lo stoicismo fa la sua apparizione. A questo punto il lettore potrebbe domandarsi il perché io abbia deciso di introdurre la scuola stoica e io risponderò con due motivi principali; il primo riguarda l’impressionante eredità culturale e intellettuale e secondo non per importanza, ritengo personalmente che l’etica stoica esposta dai suoi più celebri esponenti ovvero Epitteto, Seneca e Marco Aurelio, sia quella che tra tutte sia riuscita maggiormente nell’intento di affrontare la dimensione dell’incertezza senza snaturarne l’incombenza che ha sulla nostra vita. I pensatori stoici affrontano l’incertezza grazie alla dicotomia del controllo per cui è insensato che l’uomo si lasci tormentare da cose su cui non esercita un controllo diretto ovvero la salute, la carriera e i beni materiali quanto più su ciò che può controllare direttamente ovvero i propri giudizi, pensieri, valori e decisioni. Per il carattere intrinseco che ha l’incertezza ovvero l’incapacità di attribuirle caratteristiche determinate e certe, tuttora l’uomo ha un rapporto angoscioso con essa.

Un esempio molto attuale di confronto con tale dimensione, è la pandemia in atto che tutti, chi più chi meno, stiamo vivendo negativamente. Osservando empiricamente ciò che avviene e in particolar modo dall’esperienza aziendale che sto maturando, l’incertezza si è manifestata con conseguenze poco piacevoli in particolar modo per coloro che in questo contesto non sono riusciti ad adattarsi e digitalizzarsi soccombendo al consequenziale disrupting delle operazioni tradizionali. L’evidenza statistica conferma la mia osservazione con un calo vertiginoso dell’indice PMI, che rappresenta uno dei principali indicatori della produttività analizzati dagli osservatori economici e finanziari, e con un aumento preoccupante dell’indice VIX ovvero l’indice che rappresenta la volatilità e di conseguenza l’incertezza dei mercati finanziari.

Nonostante queste raggelanti premesse, in questo periodo saturo di isteria, le aziende del settore tech statunitense si sono riconfermate un punto di riferimento nei mercati azionari e a discapito di altri settori, hanno performato o sovraperformato nelle trimestrali. Al di là delle spiegazioni più classiche riguardanti l’elevato tasso di digitalizzazione come salvaguardia dell’integrità di un’azienda in un periodo anomalo come questo, come scrive William O’Neil, da un punto di vista finanziario, le figure chiave e i leader di un’azienda giocano un ruolo di cruciale importanza nella riuscita degli obiettivi di un’azienda. Nel corso della storia la leadership stoica si è dimostrata come una garanzia in tempi di crisi e imprevedibilità per affrontare situazioni complesse con un esito il più possibile positivo, basti pensare alla figura di Marco Aurelio per l’antichità e di Jeff Bezos per la storia contemporanea.

Per quanto riguarda la mia dimensione personale e il mio vissuto, ho avuto con l’incertezza un rapporto angoscioso con la conclusione dell’infanzia quando da adolescente sono stato messo a confronto con il futuro e con l’ossimoro tra aspettative e realtà. L’angoscia generata da questo scontro interno si è sempre manifestato in maniera devastante, non tanto per quanto riguarda la dimensione percepibile dagli altri, in quanto sono una persona tendenzialmente per niente espressiva per quanto riguarda i miei sentimenti negativi, ma al contrario nella mia dimensione spirituale e dei miei pensieri. L’inquietudine che ho sempre avuto maggiormente non riguarda temi come la morte, che già da piccolo avevo compreso e accettato come fenomeno naturale e assoluto, bensì riguarda la mia vita personale e le aspettative correlate ad essa in quanto maggiormente mutevole e imprevedibile. La pandemia con il suo pessimismo diffuso, non ha fatto che accentuare lo sconforto.
Il più grande aiuto in questo periodo (come lo sono state per personaggi come Nelson Mandela) sono state le mie letture su Marco Aurelio e Seneca e in in misura importante video di carattere filosofico di un ragazzo tedesco che si fa chiamare “Einzelgänger” ovvero solitario in tedesco, che spiega come il pensiero di diverse correnti tra cui buddismo, taoismo e stoicismo lo abbiano aiutato a superare la maggior parte dei problemi che una persona incontra nella propria vita.

In conclusione l’incertezza, come ho già esplicitato, non può essere compresa a causa della sua intrinseca inspiegabilità e il modo migliore con cui i più grandi uomini della storia ed io come adolescente in cerca di uno spazio nel mondo, siamo riusciti ad affrontarla, è stato semplicemente accettandola.

Christian Cimieri